Luminaria: etimologia e significato del termine


Da sempre la luce ha simboleggiato energia, vitalità e interpretato felicità e allegria. Il termine
 luminaria viene dal latino tardo lumin?ria, neutro plurale di lumin?re, il cui significato è “fiaccola”.

In realtà nel Medioevo il termine veniva usato sia per indicare una tassa che maestri e garzoni dovevano pagare alla propria Arte per il mantenimento del collegio dell'Arte stessa, o per indicare una tassa che era dovuta per l'illuminazione della chiesa o del patrono. Il termine luminaria è in realtà un nome collettivo ma nonostante tutto viene utilizzato unicamente al plurale: luminarie.
Lo storico Erodoto poi identificava la prima ora della sera con "l'ora in cui si accende la lucerna". Infatti nella Bibbia la luce è importantissima. Rappresenta il bene mentre le tenebre identificano il male. Tutti i libri Biblici sono intrisi di riferimenti alla luce. Per tale ragione i padri della Chiesa hanno celebrato Cristo “Sole che sorge dall’alto” che ha preannunciato la redenzione come vita nella luce.
“Dio è luce e in lui non ci sono tenebre” (I Gv. 1,5). Chiaro, dunque, che il termine luminarie come lo concepiamo oggigiorno,  "parazioni", ha origini molto lontane e nasce dalla coabitazione di sacro e profano.
Apparati effimeri e giochi di luce, espressione della felicità popolare
Da sempre il buio ha simboleggiato paura, occulto, ignoto. Poi, attraverso il fuoco, l'uomo comprese che poteva rischiarare la notte in particolare durante le feste per superare la paura e infondere gioia e allegria e già nel Medioevo questa usanza era molto diffusa. Riuscire a collocare storicamente la nascita delle luminarie non è semplice, molti storici la fanno risalire all'età barocca.
Ad ogni modo, le luminarie sono associate alle celebrazioni religiose, alle feste in onore dei Santi o anche delle feste laiche ed erano in origine delle lampade ad olio spesso dotate di paralumi colorati. E' proprio in età barocca che le luminarie diventano grandi apparati effimeri costruiti appositamente per la festa, architetture in cartapesta o legno da apporre sulla facciata di chiese e palazzi. Opere effimere che servivano a celebrare la festa e a infondere gioia e stupore dinanzi al grande spettacolo visivo creato dal gioco di luci.
Il termine luminaria ha assunto nel corso dei secoli un significato che va ben oltre l'etimologia del termine. La luminaria si identifica con la festa, la celebrazione del Santo Patrono o la celebrazione di una rinascita dopo un tragico evento e diventa una vera e propria architettura luminosa con dietro un grande lavoro di progettisti e artisti. 
Dal bozzetto su carta al computer "Il paese si illumina a festa"
"Il paese si illumina a festa" è un'espressione tipica del Sud Italia, terra in cui la luminaria nasce e si evolve fino a regalarci le maestosità che ci sorprendono di continuo. Dal bicchiere con olio e dalle lampade con beccuccio a gas sono passati secoli. Oggi non si utilizzano neanche più le lampadine a incandescenza ma bensì le lampadine a LED che durano molto di più e consumano meno. La fantasia, la tecnologia e l'innovazione hanno trasformato la luminaria che non viene più utilizzata puramente per la celebrazione dei Santi ma anche per grandi eventi laici. Un tempo, per realizzarla si partiva da un bozzetto a penna su un pezzo di carta ora, grazie alla tecnologia, si realizza al computer con programmi che permettono di creare qualunque cosa, veri e propri ricami di luce.
Oggi si parla di arte della luminaria, dove i maestri paratori sono falegnami, elettricisti, disegnatori, artigiani che di generazione in generazione hanno mantenuto vivo quello spirito di tradizione e cultura che costituisce l'identità del Mezzogiorno. 
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